un libero paese dello spirito un’area di libere esperienze |
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“Svìterza©®” un libero paese dello spirito “Svìterza©®” una libera accademia per la civiltà “Svìterza©®” un luogo di libera cultura per tutti “Svìterza©®” un centro di corsi formativi “Svìterza©®” un punto di studi optativi “Svìterza©®” un’area di libere esperienze |
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CORSI DI LINGUE E CULTURE MODERNE & “PALMAROLO®©”
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(1) l’aggiunta dell’apprendimento dell’apprendimento della quinta lingua il “palmarolo®©” è opzionale. Per “palmarolo®©” si intende una forma di lingua semitica da formarsi sulla tipologia del siriaco, ma scritta in alfabeto latino e comunque capace di esprimere anche concetti inerenti la cultura e il vivere moderno. (informazioni al sito)
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DA UNA RIFLESSIONE GRATUITA E FORSE UN PO’ STRANA E MOLTO PROBABILMENTE ANCHE MOLTO POCO FONDATA UN PROGETTO CHE COMUNQUE SI VIENE A
PROPORRE Tempo fa, venivo a
considerare, per caso, da cittadino italiano abitante in Italia vicino alla
Svizzera, quasi un pensiero come dettato da una
certa forma di invidia, ossia come due località vicine, con aspetto
praticamente uguale, vengano ad essere, l’una, prospera, e, l’altra, in una,
per ora, pluriennale endemica crisi e andavo come a interrogarmi circa il
perché, in Svizzera, tutto è da tempo soddisfacente e positivo, mentre, nei
confinanti territori italiani, vadano intercorrendo moltissime vicessitudini e crisi come quelle di questi anni. A un certo punto,
rovistando mentalmente le possibili cause, mi è venuta, tra le tante, come
una risposta facilmente da scartare e che potrebbe, quindi, classificarsi
come del tutto marginale, ma che, forse, potrebbe invece avere un certo suo
valore: la Svizzera, tra altre caratteristiche che qui non sto ad elencare, è
di fatto un paese che accomuna, nel suo territorio, tre civiltà e le
corrispondenti lingue, diverse, ma che, una volta, per così, dire
“accomunate”, potrebbero aver costituito l’humus che, con il tempo, ha
prodotto una parte dei fattori che hanno portato questo paese alpino a questa
sua attuale situazione di prosperità, almeno fino ad oggi per la situazione
effettiva che per ora ne risulta. Si potrebbe, in via di ipotesi, pensare che, per dei cittadini, avere
confidenza con almeno tre lingue, ossia il tedesco, il francese e
l’italiano, idiomi portatori comunque
di contenuti culturali più o meno rilevanti, ma in ogni modo complessi, forse
ha dato loro una marcia in più che ha influito positivamente sullo sviluppo
sociale ed economico di questo paese. Poniamo un esempio: ordine e tenacia,
dal mondo tedesco, fantasia e immaginativa, dal mondo francese, semplicità e
logica risolutiva del migliore spirito italiano, potrebbero aver costituito
la ricetta giusta per produrre una serie di azioni
pratiche di effetto vantaggioso e positivo. Come dire, una più
ricca gamma di fattori caratteriali atti a rendere più incisive le azioni,
che non pensando ad un italiano, ad un francese o ad un tedesco che
agiscano ognuno secondo la sua propria mentalità. Diversamente, sempre
riflettendo, venivo a pensavo tuttavia cosa potesse
mancare alla Svizzera per essere un paese di quel rilevantissimo primo ordine che al momento è. Già,
nell’ordine delle lingue e della civiltà, alla Svizzera, potrebbe mancare l’inglese! Forse,
gli Svizzeri, perseguo questo strano pensiero tanto per ragionarci attorno,
avrebbero, per dire, “dovuto”, ai primi del novecento, quando la moderna
Svizzera andava formandosi, ricorrere all’espediente di attrarre in Svizzera,
anche artificialmente, una colonia di un milione di inglesi
e poi di farne un tre o quattro cantoni di lingua inglese. Allora, in un solo
paese, si sarebbero riunite quattro lingue moderne che, con la loro civiltà, molto hanno
contribuito alla cultura e storia mondiale. Finendo, ora, di
tormentare, idealmente, i poveri cittadini svizzeri e volendo proseguire in questa idea, si potrebbe architettare di costituire, in
qualche parte del mondo, uno staterello che abbia
proprio questa prerogativa di avere queste quattro lingue: magari sarebbe
destinato a diventar grande; ma, oggi, che ormai nel mondo i paesi e gli
stati si sono già formati da tempo negli ultimi due secoli, questo verrebbe
ad essere un’idea senz’altro molto utopica, anche se sempre teoricamente
possibile. Ebbene, tutte queste considerazione avrebbero potuto rimanere in
un “qualche cassetto” dimenticate o, più semplicemente, oggi come oggi, in un
qualche file lasciato dormire in un computer, ove non mi fosse venuta idea
che una manifestazione di civiltà non debba essere necessariamente legata ad
un territorio, ma potrebbe godere di un’esistenza ideale in uno spazio
immaginario, virtuale, senza
territorio o con territorio, ma senza essere paese. Già in altre occasioni
ho progettato repubbliche ideali senza territorio, ma, per il momento, ho
pensato che anche questo orizzonte sia troppo ampio
e forse nemmeno opportuno e sono venuto per il momento, alla fine, a pensare
che questa idea di un ambiente mentale da viversi in quattro lingue (inglese,
tedesco, francese e italiano) possa essere un luogo di interscambio culturale
nell’ambito di una libera attività di ambiente di studi opzionali, in qualche
modo, tanto per dare un esempio simile a quei sodalizi dove i soci (di ogni
età) vivono la propria vita associativa con l’intento di comunicare tra loro
“risuscitando” la lingua latina, resa tuttavia atta ad esprimere concetti
antichi come moderni, tanto per citare un esempio piuttosto omologato e
tralasciando la citazione di altri possibili esempi (sanscrito, greco antico
etc.) per non complicare. Ho pensato poi in
seguito di chiamare questo ambiente “SVITERZA”, con
accento sulla terz’ultima, un po’ in omaggio alla
Svizzera e po’ per altri motivi che in seguito illustrerò. In questo ambiente, che ricalca un po’ l’organizzazione delle
Accademie del ‘700, ma senza pretese di essere un ambiente esclusivo e
appunto “accademico” intenderei promuovere un certo tipo di approccio ai
contenuti culturali fatti attraverso un uso quasi “complementare”
dell’inglese, del tedesco, del francese e dell’italiano. In prosecuzione poi di
questa riflessione sulle lingue, ho pensato anche ad un ampliamento, molto
facoltativo, di questa pratica diciamo “accademica”, ossia di completare questa “osmosi” linguistico-culturale con la pratica di
altre quattro lingue, ma del passato, ossia il latino, il greco,
l’ebraico e…, a mio giudizio irrinunciabile, l’egizio (intendendo per
“egizio” l’egiziano antico, per capire semplificando, il “geroglifico”). Certamente di fronte
alla scelta di queste otto lingue, quattro moderne e quattro antiche per
l’attività della “SVITERZA”, vi saranno molte lingue e civiltà escluse che
hanno da reclamare a giusto e buon diritto, ma lo studio “osmotico” di queste
otto lingue (o almeno delle quattro moderne), nel mio intendimento, non intende creare una
cultura selettiva ed esclusiva, ma piuttosto vede in queste otto (o quattro)
lingue una “chiave comune”, un “passpartout” per
potersi muovere agevolmente all’interno delle lingue e soprattutto delle
culture comunque diffuse nel mondo in maniera molto più tecnica e motivata,
volendo uscire ovviamente da questo ambito 8/4 proposto per questa accademia
di apprendimento che chiamo “Svìterza”. Ad esempio lo studio
anche dell’ebraico permetterebbe di capire come io abbia
pensato di creare questo nome che assonanza la parola Svizzera. La prima parte della
parola “SVITERZA”, cioè la parte “SVIT” vuole
genericamente ricordare che, più o meno, questo suono nelle lingue germaniche
ricorda l’dea di “dolce”, mentre la seconda parte “ERZA” assonanza
genericamente il termine ebraico “erez” che vuol
dire “paese, terra” e il termine siriaco più o meno “erz-à”, dove “”a”
è articolo posposto che significa “il paese, la terra”. Quindi “SVITERZA”, senza esatte corrispondenze fonetico-linguistiche, vuole suggerire oltre che l’idea
di “Svizzera”, anche l’idea “più criptica” di “La dolce terra”, “Il dolce
paese”. Qualcuno potrebbe
osservare: “Siamo vicini al concetto di ‘Bel Paese’
come altro nome riservato all’Italia!”. Be’,
potrebbe valere anche questa suggestione, in ogni modo la “Svìterza” vuol essere un paese in qualche modo “dolce” in
quanto è pacifico, un po’ anche come la Svizzera dove è forse più di un
secolo che non vi sono guerre; tuttavia penserei che compito della “Svìterza” sia quello di non amare le guerre in genere e
nemmeno di favorire contenuti culturali che possano promuoverle, all’interno
in ogni caso della massima libertà di pensiero che è bene che in ogni modo
animi una comunità intenta ad una sua educazione, evoluzione ed emancipazione
culturale. La “Svìterza”
potrà essere uno spazio di attività “accademica”
virtuale giocato in quello sconfinato mondo che è ormai lo spazio “on line”,
ma potrebbe diventare anche spazio editoriale di libri, autori di libri e
lettori, ma anche scuola come centro “liceale” di liberi studi più o meno
ottativi e magari anche formativi con frequenza fisica in luoghi di incontro
e diventare, pur nel suo piccolo, un paese in qualche modo “fisico”, comunque
diffuso all’interno di vari paesi del mondo. “Svìterza”
è un’azione culturale promossa dall’”Atlantean University©®”, un centro di studi molto
più ampio e difficile e ne seleziona alcuni ambiti e metodologie. A
sua volta, l’”Atlantean University©®”
è promozione dell’”Accademia Alessandrina Cosmopolitana©®”, un libero centro di pensiero teorico e
formativo. Ma, tornando alla “Svìterza”, come dire, “Se son
rose, fioriranno…”; oppure, può darsi che il progetto finisca
quasi laddove è nato; magari l’idea potrebbe essere altrimenti e altrove
ripresa e continuata da altri, con miglior fortuna, sotto altre forme, nome o
nomi; agli enti qui promotori basta l’idea di aver portato avanti un’idea che
forse può aver una qualche validità: al futuro l’ardua (anche se molto poco
angosciosa, i flop sono sempre in agguato…)
sentenza! |
CORSI DI LINGUE E CULTURE A
RIFERIMENTO ANCHE ANTICO
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